Archivio per wedding hall

I coreani e il matrimonio – Parte 1

Posted in Asia Orientale, corea, Pubblica utilità with tags , , , , , , , , , , , on 5 aprile 2012 by patatromb

Aprile, il mese dei bei fiori sbocciati, e dei cuori palpitanti di primaverile gaiezza, è finalmente iniziato, di conseguenza ieri all’ora di pranzo a Seoul nevicava e, visto l’andazzo delle temperature, continuerà probabilmente a farlo ancora per parecchi giorni. Tutto questo non si ricollega assolutamente con il tema di cui vi parlo quest’oggi, vale a dire i matrimoni coreani; tema suggeritomi certo dalla promessa di rosei ciliegi in fiore e odorose camelie, ma anche e più che altro dalla impressionante mole di inviti di nozze che mi sono trovato passivamente a collezionare in questi ultimi tempi.

I miei compagni di dipartimento sembrano infatti aver recentemente individuato nell’atto di sposarsi il loro passatempo prediletto, almeno a giudicare dal non indifferente numero di cerimonie nuziali organizzate tra i mesi di febbraio e di maggio di quest’anno (per ora siamo a cinque, ma il numero potrebbe benissimo essere destinato a salire).

L’attuale foga matrimoniale, in parallelo con il fatto che, in tre anni e mezzo passati in Corea sono stato invitato a più matrimoni che in venticinque-ventisei anni passati in Italia, è comprensibile familiarizzando con l’idea, propria dei coreani (e più in generale delle genti dell’Asia Orientale), che il matrimonio è il rituale che sancisce effettivamente e l’ingresso definitivo nell’età adulta e, soprattutto, il riconoscimento degli sposandi come sani e completi membri della società civile. (corollario: se non sei sposato o almeno non pianifichi di farlo entro i trent’anni, che corrispondono in realtà ai 28/29 anni del computo italiano[1], non sei normale).

 ***

Ma insomma! Come si sposano, questi coreani?? Quest’oggi  parleremo dei preparativi.

Dopo che i fidanzatini hanno deciso di fare il grande passo, la prima cosa da fare è l’incontro ufficiale con i genitori, ‘ché sono loro a dever dare il consenso al matrimonio; ma su questo non posso dire molto poiché, potrete ben immaginarlo, non è qualcosa a cui si può normalmente assistere da esterni.

In compenso ciò che si può liberamente vedere sono i risultati del successivo passo, id est gli scatti ufficiali dal fotografo. Pagando fior fior di quattrini, ogni dolce coppietta va infatti a farsi fotografare in pose imbarazzanti e improbabili (tipo lei seduta su e lui appoggiato con nonchalance ad un gigantesco cuoricione di plastica gigante, in un turbinio di petali e photoshop), alternando negli scatti abiti tradizionali (hanbok) sia vestiti da cerimonia all’occidentale (verosimilmente gli stessi che verranno utilizzati il giorno della cerimonia). Queste foto possono all’occorrenza essere usate per decorare gli inviti, vengono talvolta proiettate durante la cerimonia o, più semplicemente, sono fieramente mostrate agli amici (con l’ausilio di tablet e smartphone, mai visto un album cartaceo).

Gli inviti, cartoline fisicamente non molto dissimili da quelle che si usano anche in Italia,  seguono un modello fisso: un breve testo (non più di un paio di frasi) in cui si esalta, con una significativa dose di retorica, l’ammmmmore e la gioia dei novelli sposi; segue il nome degli sposi subordinato a quello dei genitori (ad es., non “Pippo e Gina si sposano”, ma “Pippo secondo figlio di Ugo Rossi e Pina Verdi e Gina prima figlia di Adolfo Marzi e Sandra Moli si sposano”); quindi data e luogo (ovviamente); infine, non possono assolutamente mancare, ed anzi sono l’elemento che occupa la parte più ampia dell’invito, una mappetta fortemente stilizzata che spiega come arrivare al luogo del matrimonio e le informazioni per arrivarvi con i mezzi pubblici.

Alcuni inviti, diretamente dalla mia collezione personale

 

Già, il luogo del matrimonio! Se in Europa ci si sposa tendenzialmente in chiesa o in comune, le abitudini coreane sono ben diverse: praticamente qualsivoglia spazio in cui riescono ad entrare almeno un centinaio di persone può essere utilizzato per la cerimonia (celebre il caso dei due vietnamiti sposatisi nella saletta riunioni del vecchio dormitorio, demolita solo un paio di mesi dopo), ma le due location più gettonate sono i saloni degli alberghi di lusso e le wedding hall, esercizi commerciali appositi dotati di officianti, varie sale per matrimoni (perché se ne tengono diversi in contemporanea), sala per il rinfresco e tutto ciò che serve. Saloni e wedding hall sono strutturati fondamentalmente nella medesima maniera: tre ingressi, due laterali e uno centrale, un passaggio (di solito rialzato, illuminato e con decorazioni floreali) che dall’ingresso centrale porta al palco con un piccolo altarino, sedie per gli ospiti (poche, così la maggior parte degli invitati deve stare in piedi) e uno o più grandi teli per proiezioni.

Vista l’impressionante quantità di matrimoni organizzati nei week-end (sabato e domenica) se non si prenota la sala con almeno un paio di mesi di anticipo c’è il rischio di doversi sposare ad orari disgraziati, tipo il sabato alle sette di sera, ed è così che mi son bruciato tutto il weekend, mannaggia a te, mia cara amica YJH, e ancora auguri!

 

Per quanto riguarda i preparativi è tutto (più o meno): nella prossima puntata descriverò dettagliatamente (?) la cerimonia, il rinfresco e tante altre cose belle! Non perdetela!

E abbasso le lezioni alle otto del mattino, sempre!


[1] Del computo dell’età in Corea scriverò, forse, in un’altra occasione.