Archivio per Osaka

Gita in Giappone – Parte 5: lo Shitennōji e altre amenità di Ōsaka

Posted in Arte, Asia Orientale, Giappone, Gite, Pubblica utilità, Wisdom with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 17 dicembre 2011 by patatromb

Tutti a Shitennōland!

Come ricorderete, il mio piano di viaggio originale prevedeva due giornate a Nara ma, per tristi questioni economiche, mi ero infine visto costretto a tagliare una delle due giornate, con tutto ciò che ne era conseguito! È così che il 16 novembre è diventato il “Giorno ufficiale per girare a Ōsaka”; e, se si seguono i consigli degli amici giapponesi, se si gira a Ōsaka bisogna andare allo Shitennōji (四天王寺 Monastero dei Re Celesti), che, ci insegna il cartellone informativo all’ingresso dello stesso, può vantarsi di essere il più antico monastero giapponese ufficialmente riconosciuto, ‘ché il Nihonshoki data la sua fondazione al 593 d.C. Il cartellone prosegue poi con un florilegio di lodi alla lunghissima storia del sito, alla sua importanza nella storia del buddhismo giapponese, alla sua centralità nella cultura della città e via dicendo! WOW.

Quello che invece (casualmente) si dimentica di dire è che di tutta quest’antichità resta unicamente una ventina di tegole che fanno timidamente capolino da una buca scavata nell’area est del garan centrale. Il resto delle strutture principali risale per lo più agli anni ’60 del XX secolo: un’accozzaglia schizofrenica di pacchiani colori pastello e stili nord (per le architetture e alcune statue) e sud-est asiatici (per le pitture murarie e altre sculture) che dona a chi è così furbo da pagare i 300 yen di biglietto di ingresso la sensazione di trovarsi non tanto in un luogo sacro, quanto in un parco giochi tipo Gardaland (dove peraltro avrei tanta voglia di tornare, prima o poi) ma a tema religioso.

La stazione della metropolitana

L'ingresso allo Shitennōji

Una vista del monastero supermegaantichissimo

Alcune delle attrazioni principali del parc...del monastero

Il top del bello è raggiunto dalla pagoda a cinque piani, apparentemente una costruzione lignea non dissimile dalle numerose pagode costruite nel corso della storia giapponese, ma che si rivela in realtà essere una pregevolissima struttura in cemento armato (il più bello dei materiali da costruzione) al cui interno troviamo due rampe di scale a chiocciola in solido acciaio. Salendo al piano più alto troviamo una teca con un reliquiario che, in questa posizione “elevata”, non solo ribalta totalmente la concezione architettonica originale della pagoda (le reliquie del Buddha, normalmente non visibili, si trovano sotto le pagode, in linea con il pilastro centrale che qua, naturalmente, è assente) ma che, soprattutto, suggerisce un’idea di “ascensione” prettamente cristiana e totalmente avulsa dal pensiero buddhista. Un BRAVI! di cuore a chi ha ideato e progettato questo capolavoro irripetibile dell’architettura religiosa mondiale!

La pregiata pagoda

Il reliquiario dello Shitennōji

 

Peraltro, la struttura storica più interessante del complesso, il Gansan Daishi-dō (元三大師堂, 1618), un sub-tempio dedicato al patriarca Tendai Ryōgen (912-985), viene completamente ignorato dal nostro fidato cartellone, cosicché praticamente nessuno passa da quelle parti a meno che non gli passi per la testa di farsi un giro nel cimitero che lo circonda (e ci sarebbe molto da dire a riguardo).

Folla di visitatori al Gansan Daishi-dō

 

Se doveste capitare da queste parti vi consiglio di fare magari un salto allo Aizendō (ufficialmente si chiama Shōman’in Aizendō, 勝鬘院 愛染堂) e di dare un’occhiata al suo Tahōtō (多宝塔[1]) datato al 1594. Si trova a non più di una decina di minuti a piedi dallo Shitennōji in direzione nord-ovest nascosto in una foresta di appartamenti, alberghi a ore e sottotempli dello Shitennōji (per lo più contemporanei e per lo più a uso funerario). Non per altro, ma il Tahōtō in questione, oltre ad essere un pregevole esempio di architettura del XVI secolo, è anche la costruzione più antica di Ōsaka e, si sa, vecchio è bello!

Il periodo migliore per visitare il luogo è la settimana a cavallo tra giugno e luglio quando, in occasione dello Aizen-matsuri (愛染祭り), le porte della pagoda, generalmente inaccessibile, vengono aperte e le immagini al suo interno esposte al pubblico.

Il Tahōtō dello Aizendō

la lapide di Doraemon?

 

Da lì, se proprio volete ritornare a un delirio post-moderno in stile Shitennōji, potete passare per l’Ōe jinja (大江神社), il santuario shintoista che si trova giusto di fianco all’ingresso dell’Aizendō,  scendere dalla gradinata ovest e godervi la Shitaderamachi (下寺町) in tutta la sua gloria: una fila ininterrotta di un centinaio di templi buddhisti contemporanei dalle forme più disparate e, nei casi più eclatanti, dall’architettura quantomeno azzardata. Consigliatissimo!

La scalinata che porta alla Shitaderamachi

Un sobrio ed elegante esempio di tempio di Shitaderamachi

 

Anche lo Isshinji (一心寺), 10 minuti a sud-ovest dello Shitennōji è divertente: in particolare segnalo i “Re Guardiani Tamarri” al suo ingresso e le statue fatte coi resti dei morti (in sostanza, dalla fine del XIX secolo, ogni dieci anni viene realizzata, con i resti dei fedeli cremati che lo richiedono, un’immagine del Buddha che viene poi esposta in un padiglione apposito).

I Re Guardiani Tamarri

LA RABBIA! LA VIOLENZA!

 

Nel tempo rimanente si gioca coi gatti, si va al Book Off di Shinsaibashi per comprare Iron Muscle e si magna una zuppa cucinata dalla gentile signorina K.A.: gli ingredienti per concludere la giornata nel migliore dei modi possibili.

Gnoppo, il gatto stravaccone

Gnoppo stravaccato

Dormono

Questo era antipatico ed è fuggito prima che riuscissi ad accarezzarlo

Il miglior fumetto della storia

Cucina giapponese

 

(continua e, se Dio vuole, finisce nella prossima puntata!)


[1] Semplificando al massimo, il termine Tahōtō si riferisce a una particolare tipologia di pagoda lignea giapponese, caratterizzata da un primo piano a base quadrata, sormontato da un secondo piano a struttura circolare e da un ampio tetto quadrangolare. All’interno, al primo piano, troviamo generalmente le immagini dei quattro Buddha Dimensionali della tradizione esoterica centrate attorno a quella di Dainichi Nyorai (大日如来, skt. Mahavairocana).

Gita in Giappone – Parte 1

Posted in Asia Orientale, Giappone, Gite, Pubblica utilità with tags , , , , , , , , , , , , , , , on 25 novembre 2011 by patatromb

Vivere in Corea è bello per tutta una serie di ragioni. La pizza coreana non è probabilmente una di queste, mentre lo è, se si escludono simpatici imprevisti come le nubi radioattive e il terrore radioattivo, la vicinanza con l’arcipelago giapponese e la conseguente economicità dei voli diretti verso lo stesso (per dire, a/r con 160€ tasse comprese).

L’anno scorso il mio dipartimento ha organizzato un viaggio di istruzione di cinque giorni proprio da quelle parti: un tour de force brutale al termine del quale mi ero ripromesso di tornare da solo quest’anno per vedere quello che volevo io come volevo io (in sostanza, basta “avete ventitre minuti per visitare il museo, sbrigatevi”).

Tanto ho detto tanto ho fatto che sabato 12 c.m., nel primo pomeriggio, ho davvero preso l’aereo e sono partito alla volta di Osaka. Il primo giorno non ho poi fatto molto: atterrato attorno alle 17, sono arrivato all’albergo dove avrei sostato per i primi tre giorni attorno alle 19. Situato nella parte centro-nord della città, nei pressi delle stazioni Umeda e JR Osaka (cioè in zona centralissima), il pregiatissimo Hotel Kansai è stato selezionato con cura da una lista di un solo albergo con stanze disponibili nei giorni che servivano a me, alla faccia della crisi turistica giapponese post-Fukushima. Posizionato in un’area ricca di divertimenti per grandi e piccini (con un leggero squilibrio a favore dei grandi, a giudicare dal negozio che sbuca dall’angolo in basso a sinistra della foto panoramica qua sotto), a quanto si dice è uno degli alberghi più economici della città, chissà come mai! (senza commentare, vi lascio ammirare le fotografie della stanza).

Di fronte al bellissimo Hotel Kansai

Di fronte al bellissimo Hotel Kansai

Dentro al bellissimo Hotel Kansai: il letto, il mobile e la finestra che si apre sulla finestra dell'edificio dirimpetto

Dentro al bellissimo Hotel Kansai: gli spaziosissimi servizi igienici

Dentro al bellissimo Hotel Kansai: il tv color 42'', una bottiglia di Coca Cola Zero vuota e degli indumenti

Dopo il check-in è iniziata la mia missione della serata: trovare denaro. Il fatto è che appena arrivato in Giappone avevo fatto una capatina a un ufficio di cambio, solo che la cifra ricevuta si era rivelata decisamente inferiore e alle mie aspettative e alle mie necessità. “Se ti servono soldi, vai al primo bancomat che ti capita sotto mano”, mi direte, ma non è così facile: in Giappone trovare un bancomat che accetti carte straniere può rivelarsi un’impresa più ardua che sentire il Trota dire qualcosa di intelligente/intellegibile: e in effetti così è stato.

Quest'anno ho fotografato tante stazioni ferroviarie

L'Hotel American, l'Hotel che è il più splendido di Osaka e dove si può evidentemente fare cose assai originali, non distante dall'Hotel Kansai

Ci sono, certo, i bancomat degli uffici postali che accettano qualsiasi carta estera ma nel weekend (ricordo che stiamo parlando di un sabato sera) chiudono così presto che non ho fatto in tempo a trovarne uno prima che fosse troppo tardi (inoltre il giorno dopo prevedevo di partire prima della loro riapertura). In sostanza, tra le 20.30 e le 23, con una breve sosta di venti minuti per mangiare, ho testato senza successo non meno di una quindicina di bancomat. Alle 23.15, quando avevo oramai perso ogni speranza e la disperazione si stava impadronendo di me, uno sportello Citybank imbucato non lontano dall’ingresso principale della stazione di Osaka è giunto in mio soccorso, dimostrandomi al contempo che, checché se ne dica, il denaro può benissimo fare la felicità.

Col soldo in tasca e il cuore finalmente leggero, me ne son tornato in albergo a dormire: il giorno dopo si andava lontano!

(continua più tardi…)